La Bibbia non è il libro delle buone maniere o dei pensierini della notte o per cominciare bene la giornata, o della spiritualità a poco prezzo!
I libri della Bibbia hanno richiesto, nel corso del tempo, una moltitudine di redattori che hanno raccontato le esperienze religiose dei personaggi del popolo ebreo. […]
I redattori hanno affidato al popolo eletto, non a singoli individui i loro componimenti. Non i singoli personaggi, ma tutto il popolo doveva essere custode, interprete e trasmettitore della Rivelazione.
Di evento in evento e di riflessione in riflessione tutto Israele aveva intuito che JAWÉ si stava servendo dell’esperienze del popolo per farsi conoscere. E, certamente, non con teorie e suggestioni di pensiero, ma attraverso la materialità delle esperienze storiche di Israele […]
Iministri della Parola che non spiegano le fonti delle sacre Scritture sono come coloro che Gesù rimproverava: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci» (Mt23, 13); «Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito» (Lc11, 52).
( dalla presentazione, pp. 6-7 )