Come me, anche tu puoi vivere il prossimo mese di maggio:
insieme ai miei parrocchiani vogliamo bene alla Madre di Gesù, ma vogliamo capire di più.
Ci chiediamo:
Maria da sola, presa da stupore di fronte ad un angelo?
Maria nel Magnificat parla soltanto dei suoi sentimenti? O come ebrea, in esso, racconta la storia intera di Israele, da Abramo al suo figlio Gesù, ai suoi discepoli, fino a me e a te che leggi?
Gli autori del libro che ti consiglio ci aiutano ad imparare la “meraviglia” della Immacolata che è stata mediatrice, con il suo popolo e con Gesù, tra Dio e il mondo.
Anche tu, pastore del tuo gregge, analizza con me il culto dei devoti a Maria; nel prossimo mese di maggio possiamo essere loro più vicini ed utili riempiendo la loro devozione della vita di Maria, accanto alla semplice richiesta di intercessione.
Imparando da Maria, che è stata parte attiva del suo popolo, dovremmo insistere, con i nostri fedeli, sull’importanza del nostro impegno nel vivere quotidiano la nostra vita di grazia con Dio e riuscire a stare nel mondo, come Comunità parrocchiale, con simpatia verso il mondo per essere lievito, sale, luce.
Nella mia parrocchia come anche nella tua, si sentono commenti sulla frequenza dei credenti. Molti non stanno più – si ripete sconsolati – scelgono altri lidi e altre spiagge, si fanno una fede personale sganciata dall’essere “un solo corpo e un solo spirito nella carità”. Si grida alla religione che viene meno.
Anche in Israele parecchi si erano fatta una religione per conto proprio.
Erano rimasti coloro che, come Maria, custodivano e meditavano le tradizioni di fede servendosi dei Salmi, recitandoli sottovoce: interiorizzavano le “memorie” di Israele, le grandi opere di Dio. Erano i “poveri di JHWH”, il “resto santo”, nel quale è sbocciata Maria, che ha dato alla luce Gesù, per andare in avanti verso il futuro.
Insieme con Maria, possiamo far parte anche noi del cammino di crescita e di realizzazione della redenzione di Cristo nel tempo e nello spazio del nostro mondo.
Nella confusa commistione di fede e incredulità, di adesione e rifiuto, non siamo privati della grazia, possiamo solo rifiutarla.
Ma noi non la rifiuteremo. Davanti a noi, a cominciare da subito, c’è il paradiso terrestre da conquistare!
La nostra attenzione curiosa alla donna ebrea di Nazareth, i suoi risultati di vita ci spronano a serrare le fila e a continuare la tradizione del “resto santo” per dare a Dio la possibilità di un mondo secondo il suo progetto.
Nel mese di maggio con i miei parrocchiani terrò in conto il libro
MARIA NON SENZA ISRAELE di G. Lohfink e L. Weimer,
grazie al quale ho offerto queste riflessioni.
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Giuseppe Di Marzo, parroco dell’Annunciazione in Bari
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